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mercoledì 28 gennaio 2015

Quel filo rosso...tra birra e vino

Belgio...provincia delle Fiandre dell'ovest, la terra di Bruges, tra la costa del Mare del Nord e l'entroterra formato da un paesaggio pianeggiante tra campi coltivati e piccoli paesi che, al loro interno, nascondono tesori.







Parliamo di birra, ma in realtà anche un po' di vino. Qui, in particolare nella città di Roeselare, si produce una tipologia di birra molto caratteristica, divenuta un simbolo, la Red Flanders Ale

E' una birra prodotta tramite la cosiddetta "fermentazione mista", vale a dire, un'alta fermentazione con il contributo distintivo dei batteri lattici/acetici e dei lieviti Brettanomyces. I primi intervengono attivamente durante la fermentazione primaria mentre i secondi possono intervenire sia nella primaria, ma soprattutto nella maturazione, in quanto presenti nelle botti di rovere dove la birra riposa per un periodo variabile, in base alla tipologia che si vuole produrre.




Diagramma di produzione (www.palmbreweries.com/rodenbach)




Due i birrifici che fanno di questa birra una vera e propria bandiera.


RODENBACH: Il più storico, è quello con cui di solito si identifica questo stile di birra. La sua storia nasce nel 1821, quando quattro fratelli aprirono il birrificio a Roeselare. Nel 1836 uno dei fratelli, Pedro, con la moglie, acquisì anche le quote dei fratelli, e il birrificio passò a lui che a sua volta lo cedette al figlio, Edward, che, nel 1864 diede grande impulso alla produzione di birra. E' sotto la sua gestione che il birrificio diventa famoso. Nuova linfa, venne dal figlio di quest'ultimo, Eugene, che grazie ai suoi viaggi in Inghilterra, portò con sé le tecniche per l'affinamento delle birre in legno, e soprattutto, le tecniche dell'assemblaggio tra birre "giovani" prodotte in acciaio e quelle invecchiate in legno. Nel corso degli anni la produzione fu gestita dagli eredi, anche se non direttamente, fino al 1998, quando il birrificio fu acquisito dalla Palm.
La birra di spicco è sicuramente la RODENBACH GRAND CRU, un blend di birra invecchiata in legno e una parte minore di birra giovane fermentata in acciaio.


























Colore rosso vivo, bei profumi di frutti rossi freschi, ciliegia, amarena, ribes, fragola, con leggere note fermentative, quasi vinose. Gusto all'inizio dolciastro, che poi piano piano lascia spazio ad un'acidità viva e allo stesso tempo sottile ed elegante che accompagna il retrogusto fruttato nel finale.
6% Vol



VERHAEGHE: Birrificio situato nel sud-ovest della provincia, fondata come birrificio-malteria da Paul Verhaeghe nel 1885. A quel tempo in Belgio, molti avevano nella produzione di birra una fonte di guadagno, e Verhaeghe non fu esente, in quanto aveva un importante attività commerciale, soprattutto con la città di Bruxelles. Tutto questo venne però stravolto dall'arrivo della grande guerra. Il birrificio rimase inattivo e perse i suoi clienti, e fu costretto a ricominciare da zero la produzione. In quel periodo, si cercò di cambiare anche il tipo di birre prodotte, orientandosi più verso le classiche basse fermentazione molto diffuse in Europa. Questo, inevitabilmente mise da parte la produzione degli stili più antichi, che, fortunatamente però, col passare del tempo vennero ripresi, riscoperti e riprodotti. Al giorno d'oggi la filosofia del birrificio è quella di salvaguardare questi stili antichi e tradizionali, meno produzione ma più attenzione alla qualità.
La Red di riferimento del birrificio è la DUCHESSE DE BOURGOGNE birra che dopo la fermentazione mista, e la maturazione, compie un ulteriore affinamento per diversi mesi in botti di legno.




Colore rosso rubino cupo, profondo, davvero accattivante e misterioso. Bella schiuma beige chiara, densa e persistente.
Il profumo è molto fruttato, con note di frutta secca e frutta rossa macerata, amarena, e leggere note di malto tostato.
Complessa, ha un buon corpo, una sensazione di pseudo-dolcezza accompagnata da una bell'acidità e da una leggera sensazione tannica molto piacevole; finisce con buona secchezza che invoglia ad un'altro assaggio.

6,2% Vol



Due grandi espressioni di uno stile tradizionale fiammingo, che, ogni volta che assaggio, mi riportano alla mente ricordi "enologici". L'affinamento in botte, che spesso ha contenuto vini o vini liquorosi, sicuramente è la caratteristica fondamentale che crea questo filo rosso immaginario tra birra e vino. Non è un caso che alcune di queste birre hanno, nel loro nome, riferimenti a grandi zone vinicole (Bourgogne) o riferimenti classicamente enologici (Grand Cru); ma è indubbiamente all'assaggio che si ritrova questo legame, vivace acidità, che spesso mi ricorda un vino appena prodotto, una Bonarda dell'Oltrepo, dal carattere giovanissimo, e ancora di più la presenza di una leggera astringenza tannica che accarezza le papille e mi fa venire in mente magari un Lambrusco con il suo tannino leggero e discreto.